Economia
Dal summit straordinario di Washington tante indicazioni generali ma nessun intervento per imbrigliare i mercati finanziari. I registi del nuovo sanno di vecchio
G20: ai nuovi ricchi del Sud del mondo è stato chiesto di salvare un sistema che li ha esclusi, ma in mancanza di un po' di immaginazione sui futuri possibili, essi hanno offerto un po' di ossigeno ai vecchi padroni del mondo
Una crisi, quella finanziaria, che parte da lontano, per poi arrivare alla new economy e alla fine ai mutui subprime.
Una globalizzazione che doveva portare benefici per tutti e invece ha creato crescenti disuguaglianze. Una lezione, quella di Keynes, che è stata del tutto dimenticata. Intervista a Giorgio Lunghini.
Per decine di buoni motivi, estranei all'economia. E per un buon motivo da economisti: la disuguaglianza riduce l'efficienza. Va garantita la parità alla partenza
Al capezzale della finanza ci sono personaggi che portano a diverso titolo le responsabilità della crisi. Sui cui meccanismi e sulle cui origini non si è ancora detto abbastanza. Né sembra si sia aperta una riflessione teorica: al contrario, c'è chi aspetta che tutto cambi per tornare come prima
“… Le banche hanno prestato soldi come se non ci fosse un futuro, ma ora il futuro è arrivato"… (Iain Macwhirter, 2008). Qualche fatto e alcuni dati su quel che sta arrivando
Wall Street e Main Street. Obama di fronte ai sommersi e ai salvati
In tempi di crisi dei capitali, che ne è del dibattito sulla loro tassazione? Un approccio efficace e innovativo deve partire da un'Agenda europea per il fisco
Match tra Nazioni Unite e G8. L'Onu gioca la carta Stiglitz. E si susseguono le inziative per togliere la gestione della crisi dalle mani di chi l'ha causata