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In Europa non ci sono solo economisti che continuano a ripetere che la crisi si supera solo tagliando welfare e redditi e che passano il loro tempo a controllare i decimali del deficit pubblico. C’è anche una Rete europea degli economisti progressisti (“Euro-pen) a cui aderiscono organizzazioni di Francia, Olanda, Spagna, Austria, Belgio e Italia. In più occasioni hanno fatto sentire la loro voce, di forte critica alle politiche che sono state e sono ancora attuate, e ora hanno lanciato un manifesto-appello in cui riassumono che cosa invece si dovrebbe fare, a loro parere, per rilanciare non solo la crescita, ma anche quell’idea di Unione che era nei progetti dei padri fondatori e che è stata abbandonata, soffocata dall’egemonia del pensiero conservatore e dal potere della grande finanza.

Il manifesto, pubblicato in Italia sul sito di Sbilanciamoci, che rappresenta il nostro paese nell’Euro-pen, affronta cinque arre problematiche, per ognuna delle quali avanza varie proposte che vanno al di là della modifica delle regole dei trattati e degli accordi europei per proporre sia una diversa regolazione dell’economia, sia un ritorno a una democrazia soffocata negli ultimi anni dal potere della finanza e dei tecnocrati e dall’esplodere delle disuguaglianze. Sarebbe inutile ripetere qui le loro proposte: leggetele direttamente (non temete, il manifesto non è molto lungo).

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