“Siamo come la famiglia che mi ha scritto raccontando la propria vicenda di riscatto dopo la crisi. Quindici anni nel nuovo secolo ci siamo rialzati, ci siamo tolti la polvere di dosso e abbiamo ripreso il lavoro di ricostruire l’America. Abbiamo messo le fondamenta”. L’unico passaggio davvero retorico del penultimo discorso sullo Stato dell’Unione di Barack Obama è l’ultimo, quando ricordando una vicenda vera di una famiglia presente in aula e seduta accanto alla moglie Michelle e a Jill Biden si appella al Congresso a maggioranza repubblicana per proporre di lavorare assieme. La polvere di dosso è quella della crisi, certo, ma anche quella delle Torri gemelle, che in termini di immaginario segnano innegabilmente l’inizio del secolo.
Un invito in larga parte retorico: l’unico applauso convinto che i repubblicani hanno concesso a Obama è quello per la generazione 9/11 che ha combattuto ed è morta in questi anni. Per tutto il resto il presidente ha fatto in modo di segnalare la distanza tra sè e la nuova maggioranza. Pur cercando di dimostrare che le sue idee sono potenzialmente bipartisan.
Se nell’elenco di proposte fatto ci sono cose che i repubblicani digeriranno lo vedremo molto presto: Obama ha annunciato il budget tra quindici giorni e anche un tour per promuoverne i contenuti.