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Cambiare i cambi. La proposta Unctad contro la speculazione

22/01/2009

All' inizio di dicembre dell'anno scorso si è tenuta l' “International Conference on Financing for Development in Doha", una conferenza che si riunisce periodicamente a Doha per discutere sui possibili interventi nei riguardi dell'architettura finanziaria e monetaria mondiale necessari per favorire lo sviluppo all'interno delle Nazioni Unite.

Una delle idee più innovative per riformare tale architettura è stata quella di introdurre un nuovo regime di cambi multilaterale, finalizzato a controllare e prevenire le speculazioni sulle valute e a dare la possibilità a tutti i paesi di portare avanti politiche monetarie e fiscali espansive mirate alla salvaguardia dell’occupazione e dell'economia domestica (misure cosiddette “counter-cyclical”).Questa è anche una delle proposte chiave che la Task Force costituita dall'United Nations Conference on Trade and Development (Unctad) presenterà a metà febbraio 2009.

La proposta è stata già discussa molte volte nelle varie riunioni a Doha dove si constatava che , di fronte alla crisi sistemica globale, non tutti i paesi sarebbero stati in grado di perseguire misure pro-cicliche senza peggiorare la propria economia attraverso politiche fiscali restrittive, dato che una riduzione delle spese fiscali si renderebbe inevitabile.

Al meeting Mr. Heiner Flassbeck (capo economista dell’Unctad) ha sottolineato questo problema per molti paesi, affermando come “...alcuni paesi non possano stampare quantità illimitate di moneta o ricorrere a deficit di budget senza che ciò provochi una profonda svalutazione della loro valuta”. Questo ha rappresentato e rappresenta tutt'oggi una fondamentale asimmetria dell'economia tra paesi. In effetti quei paesi che sono vittime della speculazione sulle valute - che vengono attuate ad esempio attraverso portafogli basati sul prendere in prestito valute a basso rendimento e investire in quelle ad alto rendimento - sono forzati ad adottare misure pro-cicliche che rassicurino gli speculatori ma allo stesso tempo aggravano la crisi dell'economia reale. Questo fenomeno distorsivo rende ancor più evidente l'importanza della proposta dell'Unctad di sviluppare una struttura multilaterale che assicuri un'automatica stabilizzazione dei tassi reali di cambio, in grado di vanificare qualsiasi attacco speculativo su una moneta. Questo, a sua volta, potrebbe permettere a tutti i paesi di riconquistare lo spazio politico necessario per agire nell'interesse dell'economia reale e per evitare guerre svalutative come quelle degli anni 30.

Mentre da un lato questa proposta si inserisce in ambito finanziario – istituendo nuove regole per governare i tassi di cambio – dall’altro è fortemente correlata con i fattori che determinano le relazioni commerciali. All'evento organizzato dal Center of Concern sul legame tra la finanza e il mercato per promuovere lo sviluppo, Mr. Flassbeck ha detto che: “per credere che nessuna rottura nel Doha Round sulle negoziazioni commerciali possa giocare un ruolo significativo per trattare la crisi bisogna vivere in un mondo di finzione. La forte volatilità dei tassi di cambio dovuti alla crisi e ad anni di speculazione sulle valute stanno avendo un più profondo effetto sui flussi commerciali rispetto a qualsiasi taglio alle tariffe che potrebbe essere deciso a Doha. Ancora nessuno sta seriamente affrontando il bisogno per un effettivo approccio multilaterale per una gestione sistematica dei tassi di scambio”.

Come potrebbe funzionare il sistema?

Potrebbe funzionare cosi: quando un paese affronta un attacco valutario, le autorità monetarie potrebbero automaticamente respingere l'attacco speculativo con un intervento simmetrico utilizzando la stessa valuta che è disponibile in quantità illimitate, essendo possibile stampare nuova valuta senza vincoli teorici. Attraverso un sistema di cambi multilaterale, i cambi nominali potrebbero essere riaggiustati periodicamente dai governi, e non dai mercati - al contrario di quanto affermato dalla teoria neo classica secondo la quale questi interventi non erano capaci di stabilire il prezzo di equilibrio. Questi aggiustamenti potrebbero essere basati su criteri oggettivi, quali la Parità del Potere d’Acquisto, o differenziali inflativi. Tra i sistemi di cambi si ricorda Bretton Woods basato su tassi di cambio fissi ancorati al dollaro (sistema fallito nel 1970); oppure lo SME che ancorava il valore di ogni valuta europea, prima dell’introduzione dell’Euro, ad una unità di conto (ECU) basata su un paniere di valute dei diversi paesi
Una valuta di riserva globale era una proposta originaria di Keynes a Bretton Woods: la costituzione del IMF avrebbe dovuto consentire l'emissione di una liquidità artificiale attraverso i cosiddetti “Diritti Speciali di Prelievo”, la cui emissione fu bloccata dagli USA . Il premio nobel Stiglitz ha ripetutamente enfatizzato la necessità di un nuovo sistema di riserva globale, che potrebbe essere più stabile del dollaro americano, la cui volatilità è già alta oggi e potrebbe aumentare col tempo.

Un'altra dimensione essenziale per la proposta dell'Unctad sui tassi di cambio è un accordo internazionale per evitare l’insorgere di “pratiche predatorie sui salari”, assicurando che i salari crescano in linea con la crescita della produttività in tutti i paesi.

Fattibilità politica: le iniziative regionali

Iniziative regionali in direzione di una fattibilità politica potrebbero servire per costruire le basi necessarie allo sviluppo di una piena architettura multilaterale. A Doha ciò è stato ripetuto all'interno della proposta per una nuova architettura finanziaria regionale promossa dal Ministro ecuadoregno del coordinamento economico, Pedro Paez (anche membro della Stiglitz Commission). Questo potrebbe implicare un'intensificata cooperazione monetaria regionale attraverso meccanismi di tassi di cambio regionali coinvolgendo l'insieme delle riserve regionali e la loro convertibilità in una nuova valuta regionale.

Similarmente il coordinatore del Third World Network che sta portando avanti un progetto di ricerca sulle politiche finanziarie in Asia, Yilmaz Akyüz ha enfatizzato i pericoli di movimenti divergenti sui tassi di cambio in Asia, che potrebbero condurre a distruggere le politiche “beggar-thy-neighbour”. Secondo lui invece le scelte fra le diverse aree dovrebbero essere convergenti per assicurare benefici in termini di stabilità a tutti i paesi.

L’incontro che si terrà a metà febbraio 2009 in cui la Task Force costituita dall’United Nations Conference on Trade and Development (Unctad) presenterà questa, e altre proposte, sarà importante per riuscire a capire se esiste una vera intenzione di dare una sterzata al modello economico e finanziario degli ultimi 30 anni o se dovremmo assistere ad altre crisi, oggi dei mutui domani delle materie prime, per capire i limiti della “mano invisibile” del mercato.

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