Una cura sbagliata a una diagnosi altrettanto sbagliata. Questo in estrema sintesi il giudizio sulle politiche di austerità imposte dalla Troika che è emerso dal Forum di Sbilanciamoci! tenutosi da venerdì a domenica a Roma. Una crisi nata in ultima analisi da una sempre peggiore distribuzione del reddito e della ricchezza, dall'emergere di diseguaglianze inaccettabili, non solo in termini economici ma anche sociali e riguardo i diritti fondamentali. Dal 2008 a oggi tali diseguaglianze non hanno fatto che aumentare. Una montagna di denaro riversato sul sistema bancario e finanziario mentre la disoccupazione è ai massimi storici e l'Italia si trova nell'ottavo trimestre consecutivo di recessione. In una tale situazione, l'azione del governo italiano delle «larghe intese» appare in piena continuità con il precedente governo Monti: spending review, tagli al welfare, rigoroso rispetto dei vincoli europei.
Non solo. Ammesso e non concesso che si voglia rimanere nell'alveo delle richieste della Troika, anche le decisioni su cui ci sarebbe un margine di manovra sembrano andare nella direzione di una sempre maggiore diseguaglianza. E' il caso dell'Imu, un'imposta potenzialmente progressiva se ben disegnata, che viene abolita andando a tagliare sui fondi per l'occupazione per trovare la copertura. È il caso del «piano di privatizzazioni» annunciato dal premier italiano all'ultimo G20. Un piano che ben difficilmente permetterà di fare calare il debito in maniera significativa, ma che prosegue la politica degli ultimi governi: dismissione del patrimonio pubblico e via libera al mercato.
Una continuità che si manifesta anche nei terrificanti tagli alla spesa sociale nel nostro Paese. L'esempio più evidente, ma non certo l'unico, è il Fondo Nazionale delle Politiche Sociali che passa da 1,464 miliardi del 2008 ai 42,9 milioni di euro del 2012. L'unica spesa che non sembra conoscere la scure dell'austerità è quella della Difesa, con la conferma tra le altre cose del piano da decine di miliardi di euro per il programma di cacciabombardieri F35 in un Paese in cui metà delle scuole pubbliche non rispetta la legge sull'edilizia scolastica.