Il 12 ottobre? “Un risveglio collettivo”. Lorenza Carlassare, illustre costituzionalista, insieme a Stefano Rodotà, Maurizio Landini, Don Luigi Ciotti e Gustavo Zagrebelsky è tra i promotori della mobilitazione. Lo scorso anno ha scritto un libro per la Feltrinelli con il sottotitolo eloquente “La nostra Carta per il futuro”. E anche oggi ci ripete: “La Costituzione delinea di fatto un programma importante: dignità delle persone, solidarietà sociale, legalità, equità, democrazia, pace. Eppure da anni si cerca in tutti i modi di svilirla e delegittimarla. La trasformazione della società dei padri costituenti è stata bloccata”.
Il premier Enrico Letta ritiene conservatore chi difende in toto la Costituzione. Si sente tale?
Siamo di fronte ad una falsificazione. Tutti noi abbiamo un pensiero dinamico, vogliamo l’applicazione della Costituzione per la trasformazione del sistema , e riteniamo anche che si debbano apportare migliorie alla Costituzione, altro è stravolgerne - come vuole fare l’attuale maggioranza - l’essenza.
Quali sono le principali riforme che introdurrebbe?
In altri Paesi europei, come in Francia, la Corte Costituzione ha il compito di controllare la regolarità delle elezioni o valutare l’eleggibilità o meno di un deputato. Da noi è lo stesso Parlamento che si autogiudica, un’assurdità. Poi bisognerebbe riformulare il Senato riducendo i membri e facendolo espressione dei territori e delle autonomie, non un doppione della Camera dei Deputati. Quindi ripensare l’attuale rapporto tra Stato e Regioni. Infine la fiducia o sfiducia ad un governo dovrebbe essere data da una sola Camera.
Si può parlare di “golpe bianco” per l’approvazione del ddl che istituisce il “comitato dei 40” e permette di derogare all’articolo 138 della Costituzione?
Forse è un’esagerazione ma di certo la situazione è grave: l’articolo 138 è pilastro fondamentale della nostra Carta. Secondo le teorie, le norme che regolano la produzione del diritto sono intoccabili. Tra l’altro il disegno di legge prevede varie tranche di modifica quindi risulta indefinito il tempo di “rottura” dei principi costituzionali. Il tutto per varare una riforma di governo incline all’autoritarismo che punta alla concentrazione del potere nelle mani o del premier o del Presidente della Repubblica. Un’altra violazione dello stato di diritto che stabilisce l’equilibrio tra i poteri e non può consentire il depauperamento del Parlamento.
La manifestazione rappresenterà la prima tappa per provare a far nascere un partito a sinistra e riempire l’attuale vuoto politico tra il centrosinistra e il M5S?
Non ci interessa né generare nuovi partiti né siamo interessati a candidarci in alcuna lista. Il 12 ottobre deve rappresentare un primo passo di un’attivazione di coscienze, un ragionare insieme. Lo sviluppo di un movimento di pensiero che ha come perno centrale i valori e i principi della nostra Carta.