Le prossime elezioni europee sono un appuntamento importante per cercare di invertire la rotta delle politiche di austerità e arginare la ventata populista che rischia di far vincere in molti paesi la destra, i partiti anti-europeisti e le forze xenofobe. È in Europa che si gioca la partita decisiva sulle politiche necessarie per uscire dalla crisi. Lo scenario, ancora oggi, è quello delle politiche liberiste e rigoriste che hanno fatto della spesa pubblica il nemico principale, del lavoro una merce a disposizione delle imprese, del welfare una elargizione compassionevole, dell’ambiente una variabile del modello produttivo.
Le politiche europee liberiste e rigoriste di questi anni hanno dato fiato al populismo e all’anti-europeismo. Il binomio tecnocrazia oligarchica-populismo xenofobo ha stretto in una tenaglia asfissiante la democrazia, la politica, la rappresentanza ed il ruolo delle istituzioni elettive. Stritolando il modello europeo della coesione sociale, del welfare dei diritti, della democrazia rappresentativa. La sinistra moderata europea ha esercitato un ruolo subalterno alle politiche dell’austerità e non è riuscita a prospettare una visione e delle conseguenti politiche radicalmente diverse.