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Roma e i suoi elettori si sono sbarazzati ieri in modo inequivocabile di uno dei peggiori sindaci che abbia avuto la città. I risultati delle elezioni amministrative e come si sono configurati, esprimono una serie di significati che vanno presi in considerazione con attenzione.

In estrema sintesi sono stati 4 i fenomeni emergenti di interesse.

 

  • La sconfitta sonora e la perdita di consensi drammatica di Alemanno e del Centro Destra
  • La grande astensione
  • Il forte ridimensionamento del Movimento 5 Stelle relegato in un ruolo politicamente marginale
  • La possibile ricomposizione di un fronte vincente e plurale del centro-sinistra.

 

Ci sarà modo di affrontare con maggiore approfondimento (anche attraverso analisi territoriali, per aree geografiche distinte, valutazione più puntuali dei flussi tec.) i diversi temi. Ma già a caldo si possono sottolineare alcune cose.

 

Ha perso Alemanno e ha doppiato la Moratti

 

 

La prima evidenza assoluta è che Alemanno ha incassato una sonora sconfitta politica e personale di dimensioni inequivocabili. Infatti nel suo risultato si sono sommati la perdita di consensi generalizzata del Centro-Destra a Roma e in tutto il resto del Paese e la sanzione dell’elettorato nei confronti del sindaco uscente.

 

Innanzitutto già alle politiche di febbraio il Centro Destra ha perso, rispetto al 2008, circa 293 mila voti cioè il 44% dei suoi consensi. A livello nazionale la proporzione è stata del 42%. Quindi il risultato di febbraio a Roma è stato peggiore rispetto a quanto verificatosi nel Paese.

 

Di fatto alle elezioni politiche può essersi manifestato anche un effetto negativo combinato delle perfomance della coppia di governo locale Alemanno-Polverini.

 

Il confronto tra i dati delle comunali 2008 e 2013 nel primo turno, accentua questo effetto. Infatti Alemanno ha perso 313 mila voti circa, il 46% dei 677 mila che aveva ottenuto nel 2008.

 

Il secondo turno rende il fenomeno ancor più drammatico: Alemanno prende circa 374.000 voti contro i 783.000, 409.000 voti in meno, il 48%, dei voti che aveva ottenuto nel 2008.

 

Si può affermare che siamo di fronte a un risultato storico: si tratta di un record negativo difficilmente eguagliabile.

 

Tanto per fare un paragone, a Milano Letizia Moratti nel 2011 prese al primo turno 80 mila voti in meno rispetto ai 353 mila che nel 2006 le avevano consentito di essere eletta al I° turno; in percentuale i voti in meno furono il 22%.

 

Insomma Alemanno è andato più di 2 volte peggio di donna Letizia.

continua

Tratto da italia2013.org
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