Qualunque sarà l’esito politico della sconfitta dell'esecutivo è evidente che le istituzioni italiane dovranno rivedere la strategia energetica, accelerando sulle politiche delle Rinnovabili, dell’Efficienza e delle Smart grids (RES). Presto una Conferenza nazionale sull’energia e nuove politiche su ricerca e incentivazione delle imprese.
Gli eccezionali risultati del referendum impongono con urgenza una riflessione sulle scelte energetiche del paese. Qualunque sarà l’esito politico della sconfitta dell’attuale esecutivo - Berlusconi bis, governo di transizione, nuove elezioni – è evidente che le istituzioni italiane dovranno operare una decisa rivisitazione della strategia energetica, con un’accelerazione delle politiche delle Rinnovabili dell’Efficienza e delle Smart grids (RES).
Questo è uno straordinario momento per il nostro Paese che deve attrezzarsi per immettersi nella scia dell’esaltante sfida tedesca sull’energia e sul clima. Va ribaltata l’attuale politica di retroguardia, che ci ha portati, ad esempio, ad allearci con la Polonia per tentare di bloccare la proposta fatta propria il mese scorso anche dalla Commissione ambiente del Parlamento europeo di innalzare al 30% l’obbiettivo di riduzione dei gas climalteranti al 2020.
Vanno invece definiti con lucidità e rapidità gli obbiettivi per il 2020, ma anche per il 2050. Partendo dal vincolo delle emissioni di anidride carbonica che fra quarant’anni dovranno essere tagliate dell’80% rispetto ai valori del 1990. Per farlo è indispensabile puntare a soddisfare il 100% della domanda elettrica con le rinnovabili.
Dunque, imponiamo che in tempi brevi venga delineata una strategia energetica innovativa per il paese, che si tenga una conferenza nazionale sull’energia e che si rivedano le politiche della ricerca e dell’incentivazione delle imprese dando un’assoluta priorità ai settori delle RES che devono diventare un motore della ripresa economica del paese.