I debiti di Enel crescerebbero di oltre 30 miliardi di euro, se la società investisse nel nucleare. È quanto emerge dal rapporto finanziario "ENEL: prospettive e rischi degli investimenti in energia nucleare" presentato oggi a Milano al convegno dell'Azionariato critico.
Lo studio - elaborato dal Prof. Stephen Thomas dell'Università di Greenwich e commissionato da Greenpeace Italia e Fondazione Culturale Responsabilità Etica - analizza il rapporto tra il debito finanziario di Enel e i progetti espansionistici nel nucleare.
Enel, che questa settimana approverà il bilancio dell'esercizio 2008, presenta debiti finanziari per 50 miliardi di euro. Con l'acquisto di un'ulteriore quota di Endesa nel 2009, l'indebitamento finanziario della società è salito a 61 miliardi di euro, quadruplicandosi in meno di due anni.
Nonostante il forte indebitamento, ENEL ha manifestato l'intenzione di espandere il suo impegno nel nucleare – in Italia e all'estero – e questo comporterà costosi e rischiosi investimenti. Il rapporto commissionato da Greenpeace stima in 31,5 miliardi il costo degli ulteriori investimenti di Enel nel nucleare. Solo in Italia, infatti, i quattro reattori EPR, che Enel progetta di costruire in seguito all'accordo di collaborazione con EDF, costeranno circa 25 miliardi di euro.
L'attuale debito finanziario dell'Enel rimarrà circa doppio rispetto a quello di EDF, il colosso elettrico francese recentemente coinvolto per spionaggio ai danni di Greenpeace. Com'è possibile aumentare di oltre 30 miliardi di euro questo indebitamento con ulteriori investimenti nel nucleare?
Tra gli interventi decisi per finanziare i propri piani, Enel, inoltre, ha deciso di vendere quote di Enel Green Power, la divisione specializzata in energie rinnovabili e che presenta una redditività pari a tre volte quella generale del gruppo.
Chiediamo a Enel di rivedere profondamente le sue scelte sul nucleare, di non sacrificare quote di Enel Green Power e incrementare gli investimenti nelle fonti rinnovabili.
Il rapporto e la sua sintesi si possono scaricare dal sito di Greenpeace