Ultimi link in questa sezione

05/05/2011
Lavoro autonomo, la scossa del "quinto stato" - 11 maggio a Roma
05/05/2011
Grameen, Yunus perde l'ultimo appello
05/05/2011
Il primo maggio di Marchionne
05/05/2011
Ma la tortura resta stupida, sbagliata, immorale
05/05/2011
Dopo Osama, basta con i "bad guys"
05/05/2011
Osayande Omokaro, un azionista critico all'assemblea Eni

Grameen, Yunus perde l'ultimo appello

05/05/2011

Muhamad Yunus ha perso l’ultimo appello presso la Corte suprema del Bangladesh. Il banchiere - fondatore e fino a poco tempo fa dirigente dalla Grameen Bank, istituto di credito specializzato nel microcredito - ha tentato di opporre un’ultima resistenza legale alla decisione del governo di estrometterlo dal proprio ruolo, ufficialmente per raggiunti limiti di età.

In realtà la Grameen da tempo era finita nell’occhio del ciclone. E gli attriti con il governo venivano dunque da molto più lontano. Sotto accusa sono finiti, negli anni, le strategie di business utilizzate, i tassi di interesse applicati ed i metodi di riscossione dei crediti. Il premier Sheikh Hasina Wajed era arrivato a dichiarare che il manager «succhia il sangue dei poveri». Mentre il tabloid locale WeeklyBlitz aveva confermato l’accusa a Yunus di praticare interessi esorbitanti, ben al di sopra della quota massima (27%) consentita dalla legge locale. Recentemente, per lo meno, un’inchiesta dello stesso esecutivo ha scagionato il premio Nobel per la pace dal sospetto di aver sottratto a proprio vantaggio parte dei capitali erogati dalla Norvegia alla sua banca.

 

Ciò però non è bastato a convincere i giudici della sezione d’Appello del Bangladesh, che hanno confermato le sentenze precedenti, rifiutandosi di reintegrare Yunus al proprio posto. Ed ora, secondo quanto riferito dai media locali, i gradi di giudizio sono finiti: Yunus, a meno di clamorosi colpi di scena è ufficialmente, e definitivamente, fuori dal “suo” istituto di credito.

Tratto da www.valori.it
eZ Publish™ copyright © 1999-2015 eZ Systems AS