Il 19 marzo, al lancio di missili contro la rete della contraerea libica, ha partecipato un nuovo mezzo di terrore nell'arsenale statunitense. Si tratta della USS Florida, classe "Ohio", il tipo più grande di tutta la flotta di sommergibili degli Stati Uniti, che il 19 marzo alle 08,00 del mattino è stato utilizzato per la prima volta in un’operazione bellica. La Florida è una “SSGN”, ossia una piattaforma lanciamissili galleggiante, capace di lanciare fino a 154 missili di crociera "Tomahawk" da tubi verticali ubicati nel dorso del natante. Dal 2002 in poi, quattro sommergibili della classe "Ohio", la Florida e la Georgia nella flotta atlantica, e la Michigan e la Ohio nella flotta pacifica, sono stati convertiti da "SSBN" in "SSGN". Gli "SSBN" sono lanciatori di missili ballistici, intercontinentali con testate nucleari. Minacciavano e minacciano ancora il mondo con un armageddon nucleare, anche se fino ad ora non sono mai stati utilizzati in guerra. La conversione di quattro di questi mezzi in "SSGN", invece, ha creato una piattaforma di lancio con potenza notevolmente superiore, che può essere utilizzato davvero in conflitto, e anche se non portano più testate nucleari, i loro missili "Tomahawk" sono dotati di uranio impoverito, che all'impatto con il bersaglio crea e sparge una polvere radioattiva che risulta micidiale se entra nel corpo tramite la respirazione. Questo nuovo "guided missile submarine" dispone di un potere 12 volte maggiore dei vecchi sommergibili d'attacco della classe "Los Angeles", e di gran lunga superiore perfino agli incrociatori lanciamissili con il loro carico di 127 missili Tomahawk. Si dice che da solo possiede il potere distruttivo di un intero gruppo di battaglia. In qualsiasi momento almeno due sono in giro per il mondo. Nei primi giorni dell'attacco “Odyssey Dawn”, sono caduti sul territorio libico 162 missili da crociera, il che vuol dire che gran parte di questi ultimi potevano essere lanciati dalla sola USS Florida.
In più, i nuovi sommergibili “SSGN” sono veri i propri centri di coordinamento per attacchi contro paesi nemici. Oltre ai marinai che fanno funzionare il natante, dispongono di un complemento di 60 militari SEAL delle forze speciali, specializzati in operazioni di incursioni segrete, sabotaggio e intelligence, che dispongono dei propri mezzi sommergibili per arrivare al bersaglio, il cui riparo/garage è visibile sul dorso della Florida nella foto. Tale complemento si aggiunge a un sistema di comunicazione di ultima generazione con delle antenne chiamate “High Data Rate” che permettono ai natanti della classe “Ohio” di trasformarsi in avamposto e centro di comando per coordinare l’attaccio di più mezzi, organizzati intorno al concetto militare di “Small Combatant Joint Command Center”, ossia piccolo centro combattente di comando congiunto. La nuova pratica di fornire il mezzo con due equipaggi, uno “blu”, l’altro “oro” che raggiungono il sommergibili con trasporto aereo anziché aspettare il suo ritorno al porto statunitense permette alle autorità militari di mantenere la presenza del natante nel teatro di guerra, potenziale o reale che sia.
Un dato da aggiungere e che forse è stato “dimenticato” è che l’Italia si trova immersa nella minaccia che questi nuovi e pericolosissimi armamenti possono scatenare. Infatti , tra il 3 e il 4 marzo, la USS Florida galleggiava nelle acque del porto di Napoli mentre veniva preparata per la sua partenza verso la guerra. Pronta per l’attacco, il 19 marzo ha cominciato a lanciare il suo carico di missili verso la Libia assieme alla USS Providence e la USS Scranton, sommergibili d'attacco classe "Los Angeles", di cui la Scranton tra l’altro era da poco salpata dal porto di Augusta, in Sicilia. Non è la prima volta che il porto di Napoli ha ospitato un sommergibile SSGN della classe "Ohio": già ad agosto del 2009 ci era passata la USS Georgia; ma è la prima volta che uno di questi mezzi ha usato Napoli come scalo sulla rotta per la zona di lancio in azione bellica. Il sito “Warships: International Fleet Review” ha commentato che il Golfo di Napoli è stato utilizzato per un atto di “grandstanding”, ossia come anfiteatro per mettere in mostra i mezzi di terrore che poi vengono scatenati nella guerra. Prima di affondare la sciabola, gli Stati Uniti l’hanno sventolata, mettendo il natante in posa davanti a Vesuvio, e diffondendo le foto in internet tramite i buoni uffici del “mass communications specialist”, l’addetto ufficiale alla pubblicità. Di conseguenza non è sbagliato affermare che ormai Napoli si è convertita in un vero e proprio porto di guerra.
Come se non bastasse oltre a questi mezzi, da qui a poco, sarà in rotta verso la nostra zona del Mediterraneo una portaerei nucleare nuova di zecca, la USS H.W. Bush, lunga tre campi di calcio e carica di aerei e armamenti, nel suo primo viaggio da portatore di guerra. Si aggiungerà alla USS Enterprise, che fino al 22 marzo pattugliava il Mar Rosso, e la USS Carl Vinson che già si trovava nel Golfo Persico, per sorvegliare le rivoluzioni arabe come Tunisia e Egitto, intimidire nuovi focolai di rivolta con ulteriori operazioni di “grandstanding” e, ove viene giudicato necessario per interessi di strategia economica e politica, guidare e coordinare bombardamenti contro il nemico del momento.