Il decreto legge 102/2013, su Imu, fiscalità immobiliare e sostegno alle politiche abitative, affida la possibilità per i giovani di avere una casa a uno strumento che già esiste e che già ha dimostrato di non funzionare. Il nuovo decreto prevede, infatti, di incrementare la dotazione del “fondo per l’accesso al credito per l’acquisto della prima casa da parte delle giovani coppie” di 30 milioni di euro nel 2014 e di altrettanti nel 2015.
Il fondo fu istituito nel 2008 (con il Dl 228) con lo scopo di fornire fideiussioni alle giovani coppie che accendevano un mutuo bancario per comprare un’abitazione. Fu dotato di un patrimonio di 50 milioni di euro, che permette di rilasciare garanzie per 500 milioni (tutti i fondi fidi rilasciano fideiussioni per un multiplo del loro capitale: in questo caso è 10).
Finora, questa potenzialità è stata utilizzata solo in minima parte. Nello scorso dicembre, il ministro della Gioventù, rispondendo a una interrogazione parlamentare, rivelò che le richieste di fideiussioni ammesse al fondo erano state centoundici, per un importo complessivo garantito di 10.167.028 di euro e un impegno del fondo di 1.016.702 di euro e che i mutui già erogati dalle banche erano quarantacinque per 5.237.536 di euro e un impegno del fondo per un decimo di questa cifra. In sostanza, la potenzialità del fondo è impegnata per un cinquantesimo e per un centesimo con riferimento, rispettivamente, ai mutui richiesti e concessi.
I 60 milioni di euro che ora vengono aggiunti al patrimonio del fondo hanno elevatissime probabilità di essere superflui. L’insuccesso è, infatti, dovuto ai difetti della sua architettura; in particolare, alla definizione dei requisiti di eleggibilità dei beneficiari e, soprattutto, alla scelta delle agevolazioni previste.
POCA GARANZIA PER LE COPPIE DI FATTO
Per brevità tralasciamo l’analisi degli altri requisiti di eleggibilità e appuntiamo l’attenzione solo sull’individuazione dei soggetti che possono richiedere la garanzia. Nella loro selezione la funzionalità dello strumento è stata sacrificata a ragioni politico-ideologiche. L’accesso al fondo è, infatti, precluso alle giovani coppie non coniugate senza figli, cioè quelle di nuova formazione e quelle già costituite che ancora non ne hanno; le coppie di fatto con figli minori possono richiedere la fideiussione solo se almeno uno di essi è figlio di entrambi i componenti il nucleo.
Il Dl 102/2013 apre l’accesso al fondo “ai giovani titolari di un rapporto di lavoro atipico”. Ciò ha permesso ai giornali di fare titoli sulla possibilità per le giovani coppie di lavoratori precari di avere agevolazioni per l’acquisto della prima casa. In realtà, per le giovani coppie senza un lavoro a tempo indeterminato non cambia niente. Fin dalla sua istituzione, infatti, le giovani coppie e i nuclei familiari monogenitoriali “i cui componenti non risultano occupati con rapporto di lavoro a tempo indeterminato” possono accedere al fondo con priorità. Tra i criteri di gestione del fondo è, addirittura, previsto che il reddito ai fini Irpef della giovane coppia deve derivare da contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato per non più del 50 per cento.
La vera e unica novità introdotta dal decreto legge sembra, quindi, risiedere nella possibilità di ottenere la fideiussione rilasciata dal fondo anche da parte di persone singole.