Riforme in cambio di flessibilità nei conti. Il commissario Ue Olli Rehn, ha detto il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, “ha accettato” la proposta di concedere più tempo nel risanamento dei conti pubblici a quei paesi che concordino le riforme con la Commissione e le realizzino: solo dopo sarà loro concesso un po’ più di respiro.
L’ipocrisia contenuta in questa dichiarazione è quasi stupefacente, se non fosse che ormai siamo abituati a tutto. Olli Rehn, un politico conservatore finlandese trombato nel suo paese e messo nella Commissione a fare il cane da guardia dell’austerità, avrebbe “accettato” – come se avesse potuto rifiutare! – una “proposta dell’Eurogruppo”. Questa proposta è, certo casualmente, proprio quella che la cancelliera tedesca Angela Merkel, nel suo discorso di insediamento davanti al Bundestag, aveva dichiarato di voler fare, anche se “i nostri più stretti alleati, i francesi, si oppongono, e così altri paesi – aveva osservato – ma li spingeremo ad accettare”. Ecco fatto: ha accettato l’Eurogruppo e ora, bontà sua, ha accettato anche il commissario Rehn. Il prossimo passo sarà probabilmente una modifica del Trattato di Lisbona per dare un maggior controllo europeo (cioè della Commissione europea, cioè della Merkel) sulla politica, altro programma annunciato dalla cancelliera in quello stesso discorso.