La coalizione Counter Balance, di cui fa parte anche la CRBM, rende pubblico oggi il suo rapporto “Flying in the face of development. How European Investment Bank loans enable tax havens”, realizzato in collaborazione con Eurodad, il network europeo sul debito. Nello studio si analizzano nel dettaglio tutti i prestiti per progetti di sviluppo erogati dalla Banca europea per gli investimenti (BEI) a soggetti e realtà che per le loro attività evadono o eludono le tasse. La lista dei clienti della BEI che si approfittano dell’esistenza dei paradisi fiscali è molto lunga. Per esempio, per i progetti da realizzare nel continente africano si depositano spesso fondi nelle Mauritius, noto tax haven. L’istituzione finanziaria dell’Unione europea si trova quindi a violare i principi contenuti nell’accordo di Cotonou proprio in merito alle sue attività a favore dello sviluppo, favorendo in maniera indiretta la corruzione e la poca trasparenza delle attività degli istituti di credito.
Non è cosa troppo nota, ma la BEI sta aumentando in maniera esponenziale i suoi prestiti al di fuori dell’UE. Nel periodo 2007-2013 il suo mandato prevede la concessione di finanziamenti nel resto del mondo per un totale di 27,8 miliardi di euro. Il rapporto mette in evidenza come negli ultimi cinque anni la BEI abbia effettuato prestiti per 5,66 milioni di euro a “fruitori” di paradisi fiscali provenienti da Francia, Regno Unito e Olanda.
Per scaricare il rapporto: modules.php?name=download&f=visit&lid=244