I membri del network europeo Banktrack CRBM (Italia), Friends of the Earth (Francia), Netwerk Vlaanderen (Belgio), Platform (Regno Unito), SETEM (Spagna) e Urgewald (Germania) lanciano oggi il sito www.banksecrets.eu, in cui si rendono pubblici gli investimenti in pratiche e compagnie “a rischio” di 13 delle più grandi banche del mondo. A dispetto della crisi del settore bancario, le istituzioni finanziarie continuano a effettuare investimenti pericolosi in un contesto di grande segretezza. Per svelare i segreti delle banche, gli attivisti delle associazioni promotrici del sito hanno tenuto azioni dimostrative nelle principali capitali europee.
Recenti ricerche portate avanti dai membri di Banktrack hanno evidenziato i collegamenti tra le banche e compagnie messe all’indice perché hanno sostenuto dittattori, casuato danni ambientali irreversibili o prodotto armamenti proibiti, come le munizioni a grappolo. I 13 istituti di credito hanno investito un totale di 39,6 miliardi di euro nelle compagnie e nei progetti succitati.
Dal 2005 al 2009, Banco Santander, Barclays, BBVA, BNP Paribas, Citigroup, Credit Agricole, Deutsche Bank, ING, Intesa Sanpaolo, HSBC, RBS, Société générale e Unicredit hanno finanziato imprese come la Textron, che produce le letali munizioni a grappolo, la Petrochina e la Vedanta Resources, due compagnie che hanno un pessimo record ambientale.
Dei 39,6 miliardi di euro, 11,4 sono stati concessi sotto forma di prestiti e 10,5 di obbligazioni, mentre ammonta a 17,7 miliardi il totale delle azioni delle compagnie “a rischio” che le banche detengono.
“Questi investimenti così dannosi non possono più essere tollerati” ha dichiarato Andrea Baranes della CRBM. “Pensiamo che le istituzioni finanziarie debbano tenere nella dovuta considerazione le norme ambientali e sociali allorché devono decidere su come impiegare il loro denaro. Per noi è imprescindibile che non vengano dati soldi a dittatori, per progetti con gravi implicazioni ambientali, che violano i diritti umani o finanziano il mercato delle armi” ha concluso Baranes.
“Gli investitori non devono attendere di essere dichiarati legalmente responsabili per violazioni dei diritti umani e danni ambientali” ha affermato Mathias Bienstman del Netwerk Vlaanderen. “Devono evitare di registrare profitti a causa di queste attività così controverse. Le banche hanno un grande potere e di conseguenza possono contribuire a un cambiamento in positivo” ha aggiunto Bientsman.