Londra, 2 aprile 2009 – Mani Tese-CRBM considera il vertice dei G20 di
Londra un primo passo necessario ma non del tutto sufficiente per far
fronte alla crisi attuale e prevenire quelle future. Viste le fosche
previsioni di numerosi analisti, il G20 non è stato un clamoroso
fallimento, ma ha prodotto dei risultati solo in parte positivi,
lasciando aperte molte partite.
Le note parzialmente liete sono arrivate nell'ambito della
regolamentazione del contesto finanziario e della lotta ai paradisi
fiscali. Gli hedge funds, ovvero i fondi più speculativi e “selvaggi”
saranno finalmente regolamentati. Le agenzie di rating dovranno
sottostare a più stringenti regole di condotta internazionali. Siamo poi
tutti in attesa di conoscere la lista dei paradisi fiscali che verrà a
breve diramata dall'OCSE.
Ma l'aumento di risorse per il Fondo monetario internazionale,
complessivamente fino a 750 miliardi di dollari, è un assegno in bianco
senza precedenti ad un'istituzione che ha grosse responsabilità
nell'aver promosso nel tempo politiche che hanno portato a questa
situazione di crisi. E' preoccupante che prima non si metta mano in
maniera energica al cambiamento delle politiche e del funzionamento
interno dell'istituzione di Washington.
“A differenza di quello che sostiene Gordon Brown, per i paesi più
poveri e già andati in crisi il consenso di Washington non è ancora
finito” ha dichiarato da Londra Antonio Tricarico, coordinatore della
CRBM “Quegli stessi Paesi per forza di cose si sono rivolti o si
rivolgeranno all'Fmi ed è davvero inaccettabile che i membri del G20
possano ricevere fondi senza condizioni mentre i più poveri ed i paesi
dell'est Europa siano obbligati ad attuare politiche restrittive anche
di fronte ad una crisi epocale come questa” ha concluso Tricarico.